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LA VENERABILE FRANCESCA DEL SS. SACRAMENTO E LE ANIME DEL PURGATORIO
La venerabile Francesca del SS. Sacramento (1561-1629), carmelitana scalza di Pamplona, vide e suffragò per molte anime del Purgatorio tra le quali trovava anche vescovi e religiosi. Può essere considerata una delle grandi mistiche del Purgatorio.
LA DEVOZIONE
Così narra Rosignoli nella Maraviglia XXVII seguendo il testo di Gioachino di S. Maria “Vita di Francesca”: “Dalla vita della venerabil madre Francesca del Santissimo Sacramento carmelitana scalza, meritamente chiamata la gran divota dell’Anime del Purgatorio. Questa, avendo succhiata col latte la pietà verso i Defunti, era tutto cuore, tutta sollecitudine in porger loro continui suffragi. Recitava cotidianamente per loro il Rosario, cui soleva chiamare il limosiniero delle Anime, e ne finiva ogni decina col Requiescant in pace. Tutte le feste, essendo più libera dalle altre faccende, vi aggiungeva l’Ufficio de’ Morti. Digiunava buona parte dell’anno per loro a pane e acqua. Si percoteva spesso con aspre discipline a sangue. Portava continuamente un tormentoso cilicio. Sino il riposo, che prendeva, s’industriava d’inquietarlo con istromenti di penitenza. Tutti gli uffici ch’esercitava, i lavori di mano, i pensieri della mente, le tribolazioni dell’animo, le fatiche del corpo, fino le persecuzioni continue, che pativa da’ Demoni, tutto offeriva a sovvenimento delle Anime. Né contenta di tanto, colle monache sue confidenti faceva una santa lega di fare gran devozioni e pie opere a beneficio del Purgatorio. A’ sacerdoti, che venivano alla sua chiesa, persuadeva di celebrar Messe di requie. A’ secolari, che andavano al suo monastero, dava consiglio di fare larghe limosine pei defunti. Insomma, per loro soccorso si era privata di tutte le soddisfazioni delle sue opere, e di giorno in giorno presentava alla Divina Giustizia, per lor sollievo, le orazioni, le penitenze, le regole che osservava, le indulgenze che conseguiva. Quindi prese argomento lo Spirito maligno di suggerirle alla mente un pensiero d’afflizione, che distraendo e applicando ad altri il frutto delle sue opere, dovesse poi essa patire per i suoi difetti lunghe e atroci pene nel Purgatorio. Ma questo motivo di proprio interesse non fece breccia in quel cuore di diamante. Senza che le stesse Anime comparsele le diceano, che stesse pur sicura che esse in Cielo sarebbono buone avvocate ad impetrarle la liberazione dalle pene: oltre al gran cumulo di meriti della grazia e della gloria, che acquistava per quella soprafina carità”.
Continua su Il Segno del soprannaturale di novembre 2023
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