IL SEGNO DEL SOPRANNATURALE DI MARZO 2023

Un dono di Gesù: l’anello nuziale a Caterina de’ Ricci e altri episodi soprannaturali  

I fatti narrati, anche se accaduti poco meno di cinque secoli fa, hanno il pregio di avvalersi tutti di indiscussa veridicità storica, essendo stati tratti da documenti di scrittori contemporanei alla Santa. A rendere tale lavoro più facile, contribuì in gran parte il fatto che Caterina de’ Ricci fu obbligata, dal suo primo confessore, di narrare per filo e per segno tutto ciò che di sovrannaturale le fosse accaduto.  

LA VITA
Santa Caterina de’ Ricci nacque a Firenze il 23 aprile 1522 da famiglia patrizia e fu battezzata con i nomi di Alessandra Lucrezia Romola. Era ancora giovanissima quando le morì la madre; il padre si risposò ed ebbe dalla seconda moglie altri nove figli (cinque femmine e quattro maschi), l’ultimo dei quali, Vincenzo, ebbe come pronipote il celebre vescovo giansenista Scipione de’ Ricci. Alessandra, già in età tenerissima, manifestò il desiderio di vivere nella più profonda religiosità e all’età di otto anni convinse il padre a farsi mettere nel convento di S. Pietro a Ponticelli in Firenze. Ben presto però fece ritorno a casa perché comprese che tale luogo non era ciò che aveva sperato. In esso infatti, spesso, accadevano tra le suore furiose liti anche per futili motivi. Quando Alessandra aveva nove anni la famiglia de’ Ricci si trasferì in una villa di loro proprietà a S. Paolo di Prato. Qui Alessandra incontrò due suore cercatrici del monastero di S. Vincenzo, posto nella stessa città, e rimase affascinata dalla loro modestia e semplicità. Dopo numerosi tentativi non riusciti, ottenne dal padre il permesso di passare dieci giorni in tale monastero, al termine dei quali venne riportata a Firenze dove si ammalò di una misteriosa quanto strana malattia. Fu una altrettanto strana guarigione che convinse il padre di Alessandra a far tornare la bambina al monastero di San Vincenzo. Così ella ricevette l’abito monacale da Fra’ Timoteo de’ Ricci suo zio e confessore, il 18 maggio 1535 (giorno di Pentecoste), e prese il nome di Caterina, in memoria della madre defunta. Si narra che già in età infantile (sui quattro-cinque anni) Alessandra conversasse col proprio “angelo custode”, mentre la prima apparizione di Gesù avvenne nel periodo della malattia di cui abbiamo parlato sopra. In questa occasione Gesù le si manifestò e la guarì, mostrandole inoltre un anello e pronunciando le seguenti parole: “Ecco l’anello dei Sacri Sponsali che verrò presto a celebrare con te perché tu sia la mia sposa diletta”.  

LE ESTASI
Di un’altra apparizione fu testimone santa Caterina subito dopo la cerimonia nella quale ricevette l’abito monacale: essa venne rapita in estasi e si trovò in un prato con Gesù e la Madonna con i quali trascorse attimi di felicità; quindi Essi le preannunciarono che le sarebbe stata assegnata come maestra suor Maria Maddalena Strozzi e le raccomandarono di obbedirle sempre. Caterina, dopo aver fatto il noviziato, pronunciò i suoi voti il 24 giugno 1536. Venne però presto emarginata dalle consorelle a causa delle sue frequenti estasi. Le altre suore, infatti, non ne comprendevano il significato e quando ciò avveniva erano solite pensare che Caterina dormisse o che non si sentisse bene. Anche suo zio Timoteo non vedeva di buon occhio le estasi della nipote e giunse alla decisione di pretendere da lei il resoconto giornaliero delle sue visioni, ordinandole inoltre per il futuro di fare sempre il segno della croce su ogni immagine che le sarebbe potuta apparire e ad accogliere queste con disprezzo ritenendo possibile in esse l’intervento del demonio. Caterina soffrì molto per essere stata costretta a rivelare quelle sue intimità e per i dubbi che cadevano su di lei. Un’altra interessante apparizione si manifestò a Caterina il 6 giugno 1541 (festa del Corpus Domini): la Santa, dopo aver fatto la Comunione, fu rapita con lo spirito in cielo dove la Madonna, rivolgendosi a Gesù lo pregò di cambiare il cuore di Caterina con il proprio. Ma il viaggio in cielo più sensazionale avvenne il 23 maggio del 1542, perché questa volta non fu solo Caterina a sperimentare tali straordinarie emozioni, ma con lei tutte le suore del convento. Caterina, trovandosi in spirito in “Paradiso” vicino a Gesù, Lo pregò che facesse giungere colà anche lo spirito di ogni sua consorella e questi, volendo accontentarla ordinò ad alcuni Santi e all’“angelo custode” di ogni monaca del convento di San Vincenzo di provvedere affinché fosse esaudito il desiderio di Caterina. Le suore giunsero così in cielo suddivise in cinque schiere accompagnate da vari santi, fra cui san Tommaso, santa Tecla, san Domenico, santa Cecilia, santa Caterina da Siena e i tre arcangeli s. Michele, s. Gabriele e s. Raffaele. Tutte le consorelle di Caterina ebbero così la indicibile gioia di aver sperimentato in vita “le bellezze del Paradiso” e soprattutto quella di aver incontrato Gesù.  

Continua su Il Segno del soprannaturale n. 417 di marzo 2023
Articolo tratto dal libro “Il soprannaturale nella storia” di Rolando Morganti e Antonio Roberto Ricasoli in uscita a marzo.

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