LA BEATA EDVIGE CARBONI
FENOMENI SOPRANNATURALI E GRAZIE MISTICHE
UN SEGNO DI CROCE SUL PETTO
Nella vita di Edvige Carboni sono stati tanti i fenomeni soprannaturali e le grazie mistiche. “Non c’è dubbio che questa irruzione del divino nel nostro tempo – ha affermato padre Bartolomeo Sorge S. J. – pone Edvige come una risposta al nostro scetticismo, al nostro materialismo, al positivismo scientista che devia i nostri giudizi”. La Beata nacque con una piccola croce impressa sulla parte alta del petto, notata da tantissimi testimoni e fotografata sul letto di morte; “non era stabile – ha attestato la sorella Paolina – bensì compariva e spariva”. Non era dunque una voglia, come alcuni potrebbero pensare. Il suo colore era scuro e misurava circa cinque cm di lunghezza e quattro di larghezza; nei venerdì e nel periodo di passione si tingeva di rosso. Fu probabilmente un segno presago di quanto sarebbe stata dolorosa la vita della Beata. […] Nell’agiografia vi sono altri santi che ebbero sul proprio corpo il segno della salvezza: san Rocco (1295-1327) ebbe un segno di croce sulla parte sinistra del petto, la beata Anna Caterina Emmerick l’ebbe doppia e sant’Efisio martire l’ebbe sul palmo di una mano.
LE STIMMATE
Il fenomeno mistico di ordine corporale più conosciuto è dato dalle stimmate, “spontanea apparizione nel corpo umano di ferite simili a quelle prodotte nel corpo di Gesù Cristo dagli strumenti della Passione” scrive il Beccatini. Esse possono essere visibili o meno, permanenti o periodiche, totali o parziali e di differente forma. […] Ecco come Edvige Carboni descrive il momento in cui le ricevette. Si trovava a pregare nella sua camera, stando in ginocchio davanti al crocifisso regalatole dal parroco don Luigi Carta e che teneva appeso al di sopra del comodino, su cui aveva l’abitudine di tenere accesa una rustica lampada ad olio con lo stoppino sporgente da un galleggiante di canna. Era sola. “Un giorno, mentre facevo orazione, fui rapita. Mi si presentò Gesù e mi disse: ‘Figlia mia, vuoi soffrire?’ Io risposi: ‘Sì, Signore; per tuo amore voglio soffrire tanto tanto’. Nel mentre Gesù mi si presentò in forma di crocifisso; dalle ferite di Gesù uscivano raggi di luce e detti raggi vennero a ferirmi le mani, i piedi, la testa e il costato; mi sentii un dolore in tutte le parti ferite che rimasi ore caduta a terra. Mi svegliai e vidi che dalle parti feritemi usciva un poco di sangue con dolore immenso in tutte le parti. Ero sull’età di ventinove anni. Dal giorno mi affezionai a meditare mattina e sera la Passione di Gesù. Mio Gesù, io dal giorno non desiderai più consolazioni, ma solo soffrire per Te, soffrire tanto da dimenticare me stessa e vivere solo per Te, o Signore”. La Beata non specifica in quale anno, mese e giorno esatti si sia verificato il fenomeno; parla solamente, e in modo assai vago, “di ventinove anni”, facendo pensare all’anno 1909. […] Il suo ultimo confessore, il padre passionista Ignazio Parmeggiani, nella sua relazione attestò che la Beata ebbe le stimmate “all’età di circa trentatré anni”. Il dottor Giovanni Maria Pinna, che nacque nel 1904, asserì così: “Non ricordo l’anno, ma ricordo che ero un ragazzo, perché giocavo per strada con i miei compagni; quando si sentì gridare e chiedere aiuto perché Edvige perdeva sangue. È corsa mia madre in casa Carboni ed altri del vicinato… io non so dire cosa sia allora accaduto in casa Carboni. Ricordo che successivamente su un giornale della provincia uscì un articolo… che parlava delle stimmate della santa di Pozzomaggiore”. […] Per desiderio e autorizzazione dell’allora parroco don Luigi Carta, le stimmate di Edvige furono controllate dalle autorità mediche del paese, “non so se dal farmacista o dal medico – documentò Paolina – che convalidarono la natura di esse, non attribuendole ad isterismo, data la condotta calma di Edvige”. Il fenomeno delle stimmate si riscontra quasi sempre in soggetti estatici ed il primo ad averne fatto esperienza, stando alla storia della Chiesa, fu san Francesco di Assisi. [….] Per il popolo, le stimmate dei servi di Dio sono però sempre state di origine divina. Per tutti coloro che avvicinarono Edvige Carboni, per il centinaio di testimoni che deposero ai processi canonici, per i suoi confessori e direttori spirituali, molti dei quali morti in concetto di santità, per i vescovi che la conobbero e le migliaia di persone che ne invocano l’intercessione presso Dio, Edvige era già santa da viva e i doni mistici che in lei si constatarono provenivano dal Signore. […] La stimmatizzazione, rigorosamente documentata e fotografata anche dopo la morte, è un evento di grande importanza nella personalità soprannaturale di Edvige Carboni. Esso la qualifica spiritualmente e diventa immagine viva del Cristo Crocifisso. […] Le stimmate di Edvige erano talmente profonde che, una volta, il suo parroco dottor Giovanni Solinas riuscì a far combaciare il pollice con l’indice attraverso il foro di una mano della Beata! “Ella aveva soggezione di tutti e anche di me – raccontò Paolina – e cercava sempre di nascondere le stimmate. Le mani erano forate da una parte all’altra e anche i piedi. La piaga del costato, (lunga sei, sette cm) alla destra, era lunga, e il venerdì e durante la quaresima sanguinava. Me la fece vedere dopo aver tanto insistito. Il sangue della piaga era tanto che la camicia e la maglia le si attaccavano addosso. Delle volte era raggrumato”. Nonostante le sofferenze che queste le procuravano, la Carboni continuava a lavare la biancheria, almeno i capi non pesanti, i piatti, il pavimento ed esse non andavano mai in suppurazione. […] Altri segni mistici legati alla Passione di Gesù e riscontrati in Edvige Carboni, furono la corona di spine e le piaghe causate dal peso della croce. Dalla lettura del suo Diario parrebbe che il dolore dovuto alla mistica corona di spine, sia stato rinnovato più volte nella Beata, forse al di fuori della sofferenza causata il giorno della stessa stimmatizzazione. Nel suo Diario leggiamo: “Una sera, mentre pregavo, mi si presentò un angelo con una corona di spine in mano; me la mise in testa che sentii un dolore, perché mi trafisse tutta la testa che, per parecchi giorni, un occhio non lo potevo aprire, perché divenne rosso e, dentro, mi sembrava di esserci una spina”. Il fenomeno mistico fu sperimentato da tantissimi stimmatizzati: Gemma Galgani, Marthe Robin e lo stesso Padre Pio da Pietrelcina, specialmente durante la celebrazione della Messa. […]
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