IL SEGNO DEL SOPRANNATURALE DI AGOSTO 2024

MADRE EUGENIA ELISABETTA RAVASIO E IL MESSAGGIO DEL PADRE  

Elisabetta Ravasio nasce nel 1907 a S. Gervasio d’Adda (BG) in una famiglia alquanto modesta. La povertà e gli stenti sono una costante nella sua vita che già inizialmente la porta a non avere l’appoggio della madre, costretta a letto proprio a causa della sua nascita. Lei stessa, a quattro anni d’età, porta ancora le conseguenze di quel parto difficile tant’è che il nonno Piero, uomo devotissimo, decide di andare a piedi al santuario della Madonna di Varese per chiedere la grazia per la sua nipotina Bettina, così allora veniva chiamata. Ed è lì che avviene il miracolo che segnerà per sempre la vita della religiosa: la Madonna, questa “Bellissima Signora”, l’aiuta ad alzarsi e a vestirsi e le dice di andare dai suoi genitori. Quando più grande verrà condotta al santuario riconoscerà nella statua della Madonna “la bella Signora che mi ha vestito!”. Nonostante la miseria e le privazioni che la portano a vivere e a lavorare già come un’adulta, Elisabetta ha il grande affetto del nonno che le dà ciò che di più caro e prezioso ha al mondo: la Fede; in tanto fluttuare un’àncora di salvezza. Gli insegnamenti del nonno sono per la bambina come il seme caduto in un terreno fertile e ben curato. Un giorno, guardando l’Adda, egli le disse delle parole che mai più avrebbe dimenticato: “Guarda l’acqua come scorre e va via, domani non è più quella, così è per le tue sofferenze, ci sono e passano. Offri tutto a Dio e accetta ogni giorno la Sua volontà”.  

LA CHIAMATA DI DIO
La chiamata di Gesù le arriva all’età di vent’anni e lei decide di farsi missionaria. La vita nel convento di Nostra Signora degli Apostoli è più dura del previsto, tuttavia la sua forza di carattere e la sua totale devozione a Dio la portano ad essere eletta, nel 1935, Generale per dodici anni, nonostante le circostanze della sua vita non le abbiano permesso un’istruzione superiore alla terza elementare. Parlando di lei, Raoul Follereau, giornalista-poeta, disse: “Madre Eugenia Elisabetta Ravasio è una donna eccezionale, per lei la parola impossibile non ha alcun significato”. È un vulcano d’iniziative, apre noviziati in diverse nazioni, la sola guida di tutto il suo fervore è l’Amore di Dio, un Amore puro e incondizionato, che non fa distinzioni fra razze, colori, ceti sociali, ma che rende tutti gli uomini, in egual misura, semplicemente Figli di Dio. Ed è con questo spirito d’amore che nel 1939, in visita alle case dell’Africa nella Costa d’Avorio, incontra i lebbrosi confinati in un’isola ed emarginati dalla società. E da qui partirà la sua crociata più importante, quella di aiutare questi poveri infelici a realizzare un progetto di vita ormai lontano come un sogno. Battendosi con ogni mezzo per portare a termine ciò che allora sembrava un’utopia, la Madre riuscì a creare una città nel cuore della foresta africana, “dove i lebbrosi non saranno più trattati come bestie, ma con tutto il rispetto e la dignità che meritano”. Ma dove trovare i soldi in quella Parigi devastata dalla guerra, occupata, depredata? Ed ecco che Eugenia incontra colui che l’aiuterà a compiere quest’incredibile missione, Raoul Follereau, uomo di grande cultura nonché cattolico-cristiano dichiarato. A suon di conferenze ecco arrivare il denaro e nel 1950 si arriva finalmente al completamento del nuovo lebbrosario che nel 1968 il governo trasformerà in Istituto Nazionale della lebbra della Costa d’Avorio. Nel 1972 si avvera ciò che Eugenia aveva previsto: viene smantellata la struttura che lei aveva tentato di fare, le viene tolto l’abito religioso e trascorrerà anche un breve periodo nel carcere di Rebibbia. Insieme a Gesù ha offerto la sua vita per l’unità dei figli nella Casa del PADRE. Come poteva farlo meglio se non con Maria Regina dell’Unità? La sua vita era stata già segnata dalla presenza di questa dolcissima Madre: l’aveva aiutata a camminare per la prima volta nella vita. Man mano che cresce si accorge che deve stringere quella mano sempre di più, per poter superare gli ostacoli e camminare sicura nella vita dello Spirito. Un giorno le sembra ancora di toccare quella mano e si sente condurre in una immensa luce ancora mai vista, si trova di fronte ad un orizzonte nuovo: la Mamma Celeste, che la conduce dolcissimamente, le fa distinguere il PADRE, il FIGLIO, e lo SPIRITO SANTO. Mistero ineffabile!... La Mamma Santissima le dice: “Vedi? fai parte della nostra Famiglia”. Questa conoscenza la segnerà per sempre nell’anima. In quanto al Messaggio che il PADRE dà a Madre Eugenia qualcuno ha asserito che gli animi non erano ancora pronti, anche se in realtà non viene rivelato niente di nuovo che non sia già presente nel Vangelo. In questo Messaggio nient’altro compare se non la grande importanza che riveste Dio nei confronti dei suoi Figli, gli uomini tutti, e null’altro. Egli chiede se non di essere amato, onorato e lodato come “PADRE”. “Tutti quelli che, di cuore, mi chiameranno con il nome di PADRE, non fosse che una sola volta, non periranno, ma saranno sicuri della loro vita eterna in compagnia degli Eletti”. Ecco quindi come la figura di un Dio terribile e castigatore lascia il posto a quella più dolce ed amorevole di un Dio che è PADRE di misericordia, che ama e soffre per le sue creature proprio come un genitore nei confronti di suo figlio, e che è pronto a perdonare tutti i peccati in cambio di un semplice gesto d’amore. Ci fu un’inchiesta canonica durata dieci anni per giudicare la veridicità di tutti questi fatti riguardanti Madre Eugenia e, alla fine, Alexandre Caillot, vescovo di Grenoble, dichiarò: “L’intervento soprannaturale e Divino mi sembra il solo capace di dare una spiegazione logica e soddisfacente all’insieme dei fatti. Io credo che la grande prova dell’autenticità della missione della Suora ci è fornita dalla maniera in cui lei applica alla vita reale la bella dottrina che sarebbe venuta a ricordare. Reputo conveniente lasciarle continuare la sua opera e, dopo dieci anni di ricerca, di riflessione e di preghiera, benedico il PADRE di essersi degnato di scegliere la mia diocesi come luogo di manifestazioni così toccanti del Suo Amore”. Madre Eugenia Elisabetta Ravasio è tornata alla casa del PADRE il 10 agosto 1990.

Continua con il messaggio che Dio Padre ci ha donato attraverso di Lei su Il Segno del soprannaturale di agosto 2024.

Per scoprire tutti i contenuti del mese di agosto cliccate sulla copertina della rivista qui sotto.

Articolo aggiunto alla lista dei desideri

Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente. Maggiori Informazioni