LA LUCE DI LOURDES

LA LUCE DI LOURDES 

(raccontata da un Hospitalier e Unitalsiano) 

Antonio Scalisi è stato professore ordinario di diritto civile all’Università di Messina fino al 2010, anno in cui è stato nominato Consigliere di Cassazione. Nel 1991 un pellegrinaggio a Lourdes che sarà molto significativo per la sua vita. Da ciò nasce la sua volontà di raccontare in un libro (La luce di Lourdes) non solo la storia delle apparizioni e di Bernadette, ma anche la sua storia e i doni che là ha ricevuto. Vi riportiamo qua di seguito due brani significativi che trasmettono l’amore di Maria per noi.  

IL BAGNO NELLA PISCINA DI LOURDES
Qui, a Lourdes, ho preso atto che la mia fede era davvero piccola, debole e fragile. Ne ho avuto piena consapevolezza quando decisi di fare l’esperienza della piscina. Mi era già stato detto che, accogliendo l’invito della Signora della grotta, normalmente ogni pellegrino andava alle cc.dd. piscine, cioè, ad una vasca ripiena dell’acqua che la Madonna aveva fatto scoprire a Bernadette e, dopo essersi spogliato, veniva immerso in quell’acqua. Mi era stato detto che erano dedicate agli uomini cinque vasche, di cui alcune erano destinate agli ammalati che erano in barella e altre a pellegrini autosufficienti. Mi era stato pure detto che nella stessa acqua venivano immerse tutte le persone che ne facevano richiesta (a volte restando in fila per qualche ora). L’acqua delle singole vasche veniva cambiata solo ogni giorno. Beh! Volevo accogliere l’invito della Madonna che aveva detto “andate a bere e a lavarvi”. Comprendevo bene che quel gesto di umiltà […] era in sé un atto di penitenza e al tempo stesso un gesto di grande purificazione. Però, ero davvero titubante perché mi infastidiva l’idea di immergermi nella stessa acqua ove si erano già immerse anche altre persone e magari con chissà quale malattia e che quell’acqua sarebbe potuta essere inquinata da batteri o anche da virus. […] Era il terzo giorno di pellegrinaggio. Fattomi coraggio, vado alle piscine nel pomeriggio. […] Ricordo che mi sono spogliato con grande emozione e spogliandomi dicevo: “Mamma fammi bagnare quanto basta, che nessuna goccia di acqua arrivi alle mie labbra o sul volto”, proprio giusto in questa piscina dove si sono immerse persone ammalate gravemente e che magari l’acqua potrebbe essere seriamente inquinata. […] Dopo una breve preghiera sono stato aiutato ad immergermi e mentre venivo aiutato ad adagiarmi sull’acqua della vasca, non so come, sono stato immerso del tutto e quasi per reazione (forse per il freddo dell’acqua) apro la bocca e l’acqua della piscina mi entra in bocca e bevo proprio un bel sorso abbondante. E qui la mia costernazione e, perché no, la mia ribellione: cosa mai mi sarebbe successo ora? Chissà quale malattia avrei potuto contrarre, tanto più che quell’acqua non era proprio limpida. […] Stavo andando verso l’albergo perché la mia tentazione era quella quantomeno di andarmi a fare la doccia, in qualche maniera di mettere, secondo me, al sicuro il mio corpo da un’eventuale contaminazione. Durante il tragitto incontro padre Marrazzo (assistente spirituale del pellegrinaggio, morto, qualche anno dopo, in odore di santità) il quale scorgendomi e intuendo dal mio volto che non ero sereno, mi ferma e mi chiede di cosa ero preoccupato. […] Raccontai a padre Marrazzo l’accaduto e tutta la mia preoccupazione, manifestai tutta la mia contrarietà sottolineando che, stranamente, l’acqua delle piscine che per molti era strumento di guarigione interiore o esteriore, per me, invece, aveva avuto un effetto di grande turbolenza, quasi quasi un effetto esattamente contrario a quello che avrebbe dovuto avere. Ricordo che padre Marazzo mi ha sorriso, mi ha guardato con grande benevolenza, e mi ha detto: “Guarda Antonio, devo dirti subito che quell’acqua straordinariamente, anche dopo che molte persone, ammalate gravi, con ferite aperte, e talune volte con pus, si sono bagnate, rimane batteriologicamente pura. Diverse volte e in diversi tempi l’acqua delle piscine è stata analizzata attentamente ed è risultata, sempre, limpida, come se nessuna persona si fosse mai immersa. […] Io credo che la Madre di Dio, consentendoti questa esperienza ti invita concretamente (e te lo rende chiaro anche per il tramite della sua Chiesa) a fidarti di Lei, unico porto sicuro di salvezza, ti invita ad essere certo che sotto il suo sguardo nulla ti può accadere. Non posso farti arrivare oltre nel tempo e, poi, tornare ad oggi, ma posso assicurarti che nulla di male ti accadrà, anzi Maria ti ha voluto raggiungere, pienamente, con la sua acqua: dentro e fuori e insieme ti ha consentito di compiere quello che lei aveva detto a Bernadette ‘andate a bere e a lavarvi’. Vai, figlio, io ti benedico e sentiti sicuro e amato”. Non nascondo che questo incontro mi ha commosso oltre ogni misura perché inaspettato, provvidenziale, puntuale senza alcuna sbavatura e, ancora una volta, lì a Lourdes mi sono sentito protetto e amato da Maria, che ha, subito, impedito che il “male” si insinuasse dentro il mio spirito in modo subdolo e maldestro o che il “male” trasformasse un evento splendido, in dubbi, costernazioni e sfiducia. Allora, non potevo comprendere ma Maria aveva iniziato ad educare il mio spirito e a farmi capire che bisognava aver fiducia nell’opera di Dio, anche quando le apparenze tentavano di presentarci un’altra verità.

L’articolo continua su Il Segno del soprannaturale n. 416

Per approfondire l’argomento vi consigliamo il libro di Antonio Scalisi “La luce di Lourdes”

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