IL SEGNO DEL SOPRANNATURALE DI SETTEMBRE 2023

IL BEATO PADRE MARCO D'AVIANO  

BIOGRAFIA IN BREVE

Il 17 novembre 1631 nasce ad Aviano da Marco Cristofori e Rosa Zanoni, terzogenito di undici figli, e viene battezzato con il nome di Carlo Domenico. Dal 1643 studia a Gorizia, nel Collegio dei Gesuiti; da qui, quattro anni dopo, fugge col proposito di giungere a Candia, dove Venezia combatte contro i Turchi. Stanco, si ferma a Capodistria e chiede aiuto ai Cappuccini. Nel novembre 1648 entra nel loro noviziato a Conegliano: diventa fra’ Marco d’Aviano e professa i voti un anno più tardi (21 novembre 1649). Il 18 settembre 1655 è ordinato sacerdote a Chioggia. Nel 1672 è superiore del convento di Belluno e nel 1674 di quello di Oderzo. È iniziata, intanto, la sua attività di predicatore, soprattutto del Quaresimale. Nel 1676, a Padova, benedetta una monaca inferma da tredici anni, questa d’un tratto guarisce: episodio all’origine della fama di taumaturgo di padre Marco, la quale estende i suoi viaggi apostolici. Essi raggiungono l’Alta Italia e le attuali Francia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Austria, Boemia, Slovacchia, Slovenia, benedetto dalle popolazioni che il cappuccino riavvicina in massa a Dio con la proposta dell’Atto di dolore perfetto: apostolo di misericordia! Nel 1680-1681 intraprende, con questo proposito, due grandi viaggi missionari attraverso l’Europa e giunge anche alla corte di Vienna. Da allora intrattiene stretti rapporti con l’imperatore Leopoldo I, divenendo suo fidato consigliere. Il 12 settembre 1683, in qualità di legato del papa, il beato Innocenzo XI, e con l’ascendente della sua santità e la sua determinante opera di mediazione, è presente a Vienna assediata dagli Ottomani: prega offrendo la vita per la liberazione della città. Negli anni successivi è presente pure alle armate cristiane che conquistano ai Turchi Buda (1686) e Belgrado (1688). Continua frattanto l’opera di predicazione nelle Venezie, mai omessa, e di consiglio nelle travagliate vicende politiche, religiose, sociali, sempre in contatto con i regnanti d’Europa: apostolo di pace! Il 13 agosto 1699 muore, piissimamente, ricco di meriti e con larghissima fama di santità, a Vienna, durante un ennesimo viaggio comandatogli dal papa. La sua tomba si trova vicina a quelle degli Asburgo nella Kapuzinerkirche. È stato dichiarato beato il 27 aprile 2003.

PREDICATORE D’ECCEZIONE

Nel predicare padre Marco si presenta sul pulpito tenendo in mano quel Crocifisso che non lascerà più, che gli darà la forza di pregare, di convertire, di affrontare i nemici di Dio e della Chiesa, di compiere innumerevoli miracoli. La sua predicazione è semplice e chiara con tutti. Ma dura, inesorabile, contro i peccatori ribelli; piena di speranza verso i peccatori pentiti. A questo riguardo segue fedelmente le direttive dei suoi Superiori: “Sia l’amore sovrabbondante verso Cristo che vi fa parlare. Infiammatevi come Serafini del Divino affinché, essendo ben caldi, possiate riscaldare gli altri”. I temi preferiti dalla sua predicazione sono l’amore infinito di Dio, l’importanza della salvezza dell’anima, la vanità delle cose terrene. Grida alle folle: “Pentitevi sinceramente. Togliete il male, ma non fermatevi lì. Sappiate che Dio in quel momento si intenerisce proprio come una mamma nei confronti del suo figliolo, e poi domandategli tutto, anche i miracoli”. Si fa comprendere così bene che riesce a scuotere le coscienze più indurite e a sconvolgere i cuori. Prima di tenere un corso di predicazione si prepara per settimane; prega a lungo e fa penitenza per ottenere la benedizione di Dio sulle sue parole. Da qui il suo gestire drammatico, la voce rotta dall’emozione, le lacrime frequenti, abbondanti, sincere. Scrive un testimone oculare dopo una predica di padre Marco udita a Schio nel 1686: “Alla sua predica si determinò una commozione tale nei popoli, che con gran pianto, alzando tutti le grida al cielo, percuotendosi gagliardamente il petto e chiedendo misericordia a Dio, pareva un fremito strepitoso di mare”. Altre volte avvengono scene incredibili: confessioni pubbliche, flagellazioni collettive, impressionanti manifestazioni di pentimento! E seguono fatti concreti. Dopo una predica, un giovane che usa suonare in balli poco corretti, si sente profondamente scosso nell’anima dalle parole di padre Marco: prende il suo violino, lo getta per terra, lo riduce in minuti pezzetti e giura di non voler suonare mai più. Sia nei paesi che nelle città, la sua predicazione è così eccezionale da provocare sconvolgimenti spirituali e far cambiare un intero popolo. Spesso, al termine della predica, la folla dei fedeli non si muove e chiede che il padre pure si fermi a consigliare, benedire, confortare, soprattutto a guarire gli infermi.

Continua su Il Segno del soprannaturale n. 423 (settembre 2023)

Articolo aggiunto alla lista dei desideri

Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente. Maggiori Informazioni