IL SEGNO DEL SOPRANNATURALE DI NOVEMBRE

IL PURGATORIO ESISTE?
di Giuseppe Portale  

Novembre, si sa, è il mese in cui si ricordano in modo particolare i defunti, coloro che hanno lasciato questa vita per andare in un’altra realtà. Ed è il mese in cui si moltiplicano le preghiere in suffragio delle anime dei nostri cari che ci hanno lasciati e di cui, ovviamente, sentiamo la mancanza. Preghiere rivolte a Dio affinché allievi il loro stato di sofferenza e di purificazione prima di poterLo vedere e godere pienamente in Paradiso. Realtà, questa della purificazione, che viene comunemente chiamata con il termine “Purgatorio”. Ma questa realtà, questo stato dell’anima che si è dipartita da questo mondo e che ha ancora bisogno di purificarsi, esiste realmente oppure è una nostra “invenzione” in cui piace credere e, così, alleviare anche il nostro stato di sofferenza psicologica dovuta al “distacco” dai nostri cari e le nostre preghiere sono “vane”? Abbiamo già accennato più volte, da queste stesse pagine, come alle realtà dell’esistenza del Paradiso e dell’Inferno, la tradizione riconosciuta dalla Chiesa, ne aggiunga un’altra: quella del Purgatorio, stato dell’anima che dopo la morte, prima di essere elevata in Paradiso – come dicevamo – si purifica nella sua beata speranza, ed avendo anzi già la più piena certezza di poter un giorno godere Iddio faccia a faccia in Paradiso, come ci dicono san Giovanni Evangelista, san Paolo e tanti altri santi ancora. La Chiesa, infatti, dopo un lungo lavorio durato addirittura secoli, ebbe finalmente a formulare la dottrina della fede relativa proprio al Purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze (1438) e di Trento (1563). L’esistenza del Purgatorio, infatti, è dogma di fede. Addirittura, secondo quanto decretato dal Concilio di Trento: “Se qualcuno afferma che a qualsiasi peccatore pentito, dopo che ha ricevuto la grazia della giustificazione, viene rimessa la colpa e cancellato il debito della pena eterna in modo tale che non gli rimane alcun debito di pena temporale da scontare o in questa vita o in quella futura in purgatorio, prima che gli siano aperte le porte del regno dei cieli: sia anatema” (DS 1580). In questa affermazione dogmatica viene già data per scontata l’esistenza del Purgatorio. Il “sia anatema”, infatti, vuol dire che si tratta di verità di fede, e cioè di un vero e proprio dogma. Sempre il Concilio di Trento dice ancora: “Poiché la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, in conformità alle sacre Scritture e all’antica tradizione, nei sacri concili, e più di recente in questo concilio ecumenico, ha insegnato che il Purgatorio esiste e che le anime ivi trattenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli, e soprattutto col Santo Sacrificio dell’altare, il santo sinodo prescrive ai vescovi di vigilare con zelo affinché la sana dottrina sul purgatorio, trasmessa dai santi padri e dai sacri concili, sia creduta, conservata, insegnata e predicata ovunque” (DS 1820). Anche il Catechismo della Chiesa Cattolica ribadisce che: “Coloro i quali muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo” (CCC 1030). “La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al Purgatorio soprattutto nei Concilii di Firenze (DS 1304) e di Trento (DS 1304, 1820, 1580)” (CCC 1031).  

Il Purgatorio
Oltre al Paradiso e all’Inferno, ci deve dunque essere un altro luogo, dimora temporanea, dove l’anima possa purificarsi. Lo richiede la ragione e lo insegna Dio stesso. Un’anima ha peccato gravemente e molte volte; prima di partire da questo mondo, si pente, chiede perdono a Dio e riceve anche l’assoluzione sacramentale. All’inferno non può andare, perché è in grazia di Dio; subito in Paradiso non può essere ammessa, perchè ha debiti da scontare e non può avere l’identica sorte di un’anima innocente. Dunque, prima di entrare in Cielo, deve necessariamente andare in luogo di purificazione. Similmente, un’altra anima non ha commesso mai un grave peccato; è però caduta in molte colpe leggere, che non ha detestato e riparato abbastanza in vita. All’inferno, supplizio eterno, non può andare; e siccome in Paradiso nulla può entrare di macchiato, quest’anima deve necessariamente purificarsi prima di essere ammessa alla visione beatifica di Dio. La ragione, dunque, spinge a credere che debba esistere il Purgatorio. La fede lo insegna espressamente. Nella Sacra Scrittura, e precisamente nel Libro Secondo dei Maccabei, si legge: “È cosa santa e salutare il pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai loro peccati”. Ci si potrebbe chiedere: ma i peccati non ci sono perdonati da Dio soltanto mentre siamo in questa vita? No; anche dopo la morte c’è la remissione dei peccati. Dice infatti Gesù: “Chi avrà bestemmiato contro il Figlio dell’Uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo (... cioè resistendo alle verità rivelate da Dio...) non sarà perdonato né in questo secolo, né nell’altro”. Dunque, ci sono peccati che saranno rimessi anche dopo la morte; e non saranno certamente le anime condannate all’inferno ad usufruire di questo perdono, ma soltanto quelle che hanno dei debiti temporanei verso la Divina Giustizia. E siccome noi non possiamo sapere, senza una particolare rivelazione, chi sia salvo o no, conviene pregare per tutti i defunti, buoni o cattivi che siano stati. Tutti i popoli, anche pagani, hanno il culto dei morti ed offrono sacrifici a Dio in riparazione. Noi cattolici abbiamo un culto specialissimo, per cui rendiamo gloria al Creatore e tanto vantaggio e conforto arrechiamo ai nostri morti. Antonio Rudoni, nel suo ottimo trattato di Escatologia edito a Roma da Marietti nel 1972, afferma che è di fede definita (e cioè dogma) l’esistenza del Purgatorio, e che coloro i quali si trovano in Purgatorio possono essere aiutati dai suffragi della Chiesa militante, ovvero ancora in cammino verso il Cielo. In aiuto a queste affermazioni, vengono le innumerevoli apparizioni di trapassati.

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