Due mistiche ungheresi e la guerra finale contro il maligno
di Ugo Sauro
Nel secolo scorso in Ungheria hanno vissuto due mistiche apparentemente molto diverse, le quali hanno rivelato al mondo le migliori strategie per combattere la guerra finale contro il dragone infernale, strategie complementari che si rafforzano a vicenda e possono rivelarsi fondamentali per ciascun cristiano deciso a combattere per la salvezza sua e dei fratelli. Si tratta di suor Maria Natalia Magdolna (1901-1992) e di Elisabetta Szantó (in Kindelmann) (1913-1985), la prima religiosa consacrata e la seconda madre di famiglia con 6 figli. Entrambe hanno ricevuto molte rivelazioni, anche straordinarie. […]
Le visioni di suor Maria Natalia aiutano a comprendere la “Potenza”, o meglio potremmo dire l’“Onnipotenza supplichevole di Maria”, la quale scaturisce dal fatto che è Volontà della Santissima Trinità che la Santissima Vergine venga esaltata per il suo Amore, che è Dio stesso, per la sua Volontà che è la Volontà di Dio Stesso, per la sua Umiltà, che supera l’umiltà di tutte le altre creature. Ella, infatti, è il Capolavoro della Trinità, con la Quale intrattiene una relazione unica che supera ogni nostra immaginazione: quella di Figlia, Sposa e Madre di Dio, in Cielo, per sempre. […]
Meno nota e ben diversa è la storia della mistica Elisabetta Szantó, a cui dedicheremo più spazio. Ella ebbe una vita molto sofferta. Era la figlia maggiore seguita da sei coppie di fratelli gemelli, tutti deceduti prima di raggiungere l’età adulta; quando aveva 5 anni perse anche il padre; a 11 anni dovette prendersi cura della madre gravemente malata. Rimasta orfana avrebbe voluto diventare religiosa consacrata, ma anche per la sua povertà fu respinta dalle congregazioni a cui si rivolse. Nel coro della parrocchia conobbe l’istruttore di spazzacamini Karoly Kindlemann, che sposò nel 1930, quando lei aveva sedici anni; insieme ebbero sei figli, ma dopo sedici anni di matrimonio Karoly morì lasciandola vedova. Dovette lavorare duramente per sostenere la famiglia; nel 1948 venne licenziata dal lavoro perché nella sua abitazione fu trovata una statua della Madonna. Dovette lasciare la propria casa per far spazio ai figli che si sposavano, e che spesso litigavano tra loro per contendersi le poche stanze; lei si ridusse a vivere in un’altra casa, in una stanzetta di 2 m per 2. Elisabetta superò i molti traumi grazie alla preghiera del cuore che la spinse a diventare terziaria carmelitana; fra il 1958 e il 1960 la sua anima sperimentò la notte dello Spirito, quando iniziò ad avere locuzioni interiori con Gesù e conversazioni con la Madonna e con l’Angelo custode. A partire dal 13 luglio 1960, Elisabetta, per richiesta di Gesù, iniziò a scrivere un diario, dove racconta le sue esperienze mistiche. […]
Tratto da Il Segno del soprannaturale n. 407