LE APPARIZIONI DI MALÈ E LA VEGGENTE LAURA MIGNANTI
LA VITA
La veggente di cui si parla in questo scritto è una modesta ma forte figura di donna, Laura Mignanti, nata nei dintorni di Roma (Tolfa) il 20 luglio 1908, ultima di nove figli, cinque dei quali morirono in tenera età. Restarono in vita, oltre a lei Anna, maggiore di 16 anni, Sandro e Filiberto.
Sul suo carattere esercitò un rilevante influsso la figura del padre, un ufficiale giudiziario di nome Nazareno, che si distingueva per la sua saggezza e la sua grande bontà d’animo.
Proprio questa caratteristica influenzerà il carattere di Laura, che in ogni povero vedrà riflesso il volto di Dio.
Singolare l’episodio della sua prima comunione, evento per il quale la bambina si era preparata con particolare cura. Due sere prima del giorno stabilito, Laura fa un sogno che può definirsi profetico, quasi l’inizio della sua vocazione: “(…) mi addormentai e feci uno strano sogno. Vidi Gesù adolescente, con i capelli intrisi di sangue, tutto lacero e con una croce su una spalla. Io avrei voluto andargli incontro, ma non osavo e poi mi sentivo come paralizzata, ed allora fu Gesù a parlare: ‘Ricorda, creatura, mi disse, che non esiste l’amore senza il dolore, perciò se mi vorrai amare, dovrai pur tanto soffrire’. Poi mi chiese: ‘Avrai paura del dolore?’. Io non riuscivo a rispondere, ma gli andai vicino e cercai di togliergli la croce, poi come ispirata dissi: ‘Ti vorrò amare sempre, Gesù, anche se dovrò molto soffrire’”.
Finalmente giunge il giorno della prima comunione, il 15 agosto1919, che Laura così rivive: “Il sole è già così alto da riflettersi sull’altare e illuminarlo come se vi ardesse il fuoco. Quanta luce! Soltanto luce e poi, in mezzo a questo sfolgorio, Gesù, piccolo, nella piccola Ostia, mi si fa incontro. Mi sento il cuore che mi si stringe come in una morsa, sento un forte dolore alla testa come se mi ci conficcassero degli aghi, avverto uno strano calore, la luce è sparita, i miei occhi sono come spenti, avverto un sudore alla fronte; istintivamente porto un lembo del velo alla fronte per tergerne il sudore che mi dà fastidio, ma immediatamente la figura di Gesù mi appare: il piccolo Gesù grondante sangue che mi sorride… A suor Gertrude che trattenni vicino a me e che mi esortava alla confidenza, risposi: ‘Dovrò soffrire tanto, dato che ho promesso a Gesù che gli vorrò sempre tanto bene e l’aiuterò sempre a portare la croce’. Uscii di chiesa senza velo: seppi poi che il parroco l’aveva trattenuto per farne dono a monsignor Rosi, vescovo di Montefiascone”.
Da allora in avanti Laura cresce mantenendo fedelmente le promesse di essere fedele a Gesù.
Il 27 febbraio 1930 si sposa con Renato Bertini e da allora inizia una vita disagevole per i continui spostamenti di sede che la professione del marito comportava. Diviene madre di tre figli: Mara, Silvana e Federico e finalmente approda a Milano nel 1939. Una prova durissima Laura la deve sopportare quando, ancor giovane, nel 1948 perde improvvisamente il marito e pochi giorni dopo l’amatissimo padre, che costituivano il sostegno anche materiale della sua famiglia. Con i suoi figli, ancora piccoli, conosce la fame e il freddo, versando in una solitudine estrema. È allora che Gesù le rinnova la promessa fatta e l’invito ad aiutarla a portare la croce, dal momento che il Signore ama provare sempre più duramente le creature a Lui più fedeli. Si moltiplicano le sofferenze e le umiliazioni di ogni genere per un periodo alquanto lungo, temperate dall’incontro, rivelatosi un aiuto spirituale fondamentale, con il p. Marco Giraudo o.p., priore di Santa Maria delle Grazie in Milano e nel 1956, su impulso dello stesso Gesù, con p. Agostino Selva o.p., colto sacerdote domenicano di Venezia, approdato a Milano da poco tempo. Come si dirà meglio in seguito, p. Agostino si prenderà cura spirituale di Laura fino alla fine della sua vita, con grande attenzione e delicatezza.
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